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Francesco Teruggi

Francesco Teruggi

Scrittore e giornalista pubblicista. Direttore delle collane "Malachite" e "Topazio" presso Giuliano Ladolfi Editore. Autore del saggio divulgativo "Il Graal e La Dea" (2012), del travel book "Deen Thaang - Il viaggiatore" (2014), co-autore del saggio "Mai Vivi Mai Morti" (2015), autore del saggio "La Testa e la Spada. Studi sull'Ordine dei Cavalieri di San Giovanni" (2017), co-autore del saggio storico "Il Filo del Cielo" (2019) pubblicato in edizione italiana e in edizione francese. Presidente dell'Associazione Culturale TRIASUNT. Responsabile Culturale S.O.G.IT. Verbania (Opera di Soccorso dell'Ordine di San Giovanni in Italia).

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Mercoledì, 11 Gennaio 2012 17:16

NOI Magazine - 2011

I miei articoli pubblicati su NOI Magazine Gennaio-Dicembre 2011 | www.noimagazine.it

 

Lunedì, 10 Gennaio 2011 17:10

NOI Magazine - 2010

I miei articoli pubblicati su NOI Magazine Gennaio-Dicembre 2010 | www.noimagazine.it

 

Una vicenda inedita e ricca di mistero, i paesaggi e le località mozzafiato del Lago Maggiore, del Lago d'Orta e delle vallate circostanti, una manciata di minuti per raccontare la storia: sono questi gli ingredienti dell'inedito cortometraggio che sta lentamente nascendo nel Verbano-Cusio-Ossola e che ha per titolo una sola, misteriosa lettera, una tondeggiante ed enigmatica Q.

L'epicentro di questa piccolo grande esperimento cinematografico è Ornavasso, ma i partecipanti al progetto provengono da tutto il circondario. L'idea, maturata in un piccolo gruppo di amici ha rapidamente coinvolto ed entusiasmato diverse decine di volonterosi. Non esistono requisiti, solo la voglia di fare squadra, di partecipare.

“Q” non è solo un film, é una sfida. Per realizzarlo il gruppo non fa affidamento su un budget, bensì sulle capacità di ognuno, sulle peculiarità e sulle attitudini di ciascun partecipante. Così, ogni aspetto della produzione è affidato a piccole unità operative: c'é chi si occupa di rintracciare le ambientazioni, chi di pianificare ed organizzare i set, chi di procurare vestiti ed accessori, chi di valutare gli aspiranti attori. E ancora ci sono sceneggiatori, cameramen, truccatrici e parrucchiere, sarte, grafici e designer, responsabili di produzione, tecnici. Non può mancare il regista, Valerio B. Cantamessi, poeta e romanziere, autore di libri di successo e di pièces teatrali. Suo è il soggetto originale su cui gli sceneggiatori hanno costruito l'altrettanto originale screenplay.

Perfino le attrezzature di scena e quelle tecniche, dagli oggetti che compaiono in ogni inqudratura, alle macchine da presa, ai vestiti di scena, al “caddy” su rotaia per le riprese in movimento, se non sono messe a disposizione da qualche generoso, vengono pazientemente costruite e realizzate dagli stessi partecipanti al progetto, rigorosamente a budget zero.

C'è una grande e puntigliosa attenzione ai dettagli, anche ai più minuti. La sfida nella sfida infatti è quella di riuscire a concentrare l'intero racconto in pochi minuti di durata, perciò ogni singola inqudratura deve contenere tutto quanto possibile per dettagliare precisamente la storia, densa di messaggi e di allusioni.

Lo scorso Aprile si sono tenuti i casting per selezionare gli attori, valutati e scelti con attenzione.

 

Massimo riserbo viene mantenuto sulla trama, che prende le mosse dai desideri della surreale protagonista: “...Fu lì che il sogno finì, bruscamente, con un’idea ossessiva in testa che si mise di fronte a qualsiasi, logica azione del primo risveglio. Si alzò precipitosamente dal letto e corse a cercare nello scaffale delle riviste una… quella rivista che… alla fine, tutto all’aria, la trovò, sfogliandola incurante dello sgualcir pagine inutili. E fu allora che lo vide”.

E' l'affresco di una passione straziante e grottesca, a metà tra una love story ed un noir d'altri tempi, un po' commedia e un po' tragedia: “Era bellissimo e pareva… beh, pareva stesse guardando proprio lei. Arrossì, più rossa delle rose. Lui continuò a guardarla anche quando lei fu urtata, apposta di sicuro, da una modella dal fisico mozzafiato che la superò, andando a mettersi di fianco al divo in una posa priva di pudore. Smorfiosa”.

Poi, in una manciata di minuti si consuma, o forse no, l'idillio, tra inseguimenti e colpi di scena: “Il talamo sfatto, le rose in un angolo, un abitino color sabbia e quella sagoma nella doccia satinata... Riguadagnò l’uscita e si precipitò giù al piano terra, buttandosi, sotto lo sguardo esterrefatto del concierge, a piangere su una poltroncina nella hall dell’albergo. Non si rese conto del tempo che passò e a risvegliarla dalle lacrime copiose fu il risuonar di tacchi cadenzati che scendevano la scala principale. Perfetta in ogni movenza, nel suo vestitino color sabbia attillato e altrettanto perfettamente coordinato, una soddisfatta modella, nonché smorfiosa, lasciava la casa del piacere”.

Trascorsi alcuni mesi di febbrile lavoro per stendere la sceneggiatura ed organizzare in ogni dettaglio tutta la produzione, il progetto è “entrato entrato nel vivo” e il gruppo di lavoro, che si è scelto il nome “Alphabet Productions”, ha cominciato le sessioni di riprese nelle molteplici locations in cui il cortometraggio è ambientato. Ma bisognerà atttendere ancora per poter ammirare il lavoro finito.

Intanto le uniche indiscrezioni giungono dai pochi stralci della sceneggiatura divulgati. Perfino il finale della sceneggiatura è criptico, misterioso, indecifrabile:A poco valgono scatti, cambi di direzione e soste nel buio. I passi di lui, i passi di lei, si sovrappongono confondendosi nella notte fredda. Sino a che, infine, temuti ed agognati, i loro cammini si incrociano, i loro sguardi si studiano freddi, i loro occhi si parlano senza un suono e, in una mano guantata, balugina la lama di un’arma letale”.

Né il regista, né gli sceneggiatori o i cameraman, nessuno insomma si sbilancia. Rispondono alle interviste sorridendo di sottecchi e con una strana, beffarda luce negli occhi che, piovendo di sbieco sulle pupille sembra trasformarle, neanche a dirlo in lettere Q!

Domenica, 01 Settembre 2013 17:55

Collana TOPAZIO

TOPAZIO100

Opere originali e inedite

Direttore: Francesco Teruggi

La collana Topazio comprende pubblicazioni che, nella varietà di generi e di stili, presentano elementi di singolare peculiarità. Si spazia dalla riflessione alla biografia, dalla celebrazione di una ricorrenza alla raccolta di testimonianze, senza tralasciare motivi di carattere giocoso. È, pertanto, aperta a ulteriori arricchimenti da parte di chi pensa di aver composto un’opera originale, che mediante la calviniana “leggerezza” sa spingere il lettore alla riflessione sulla vita e sulla società.

http://www.ladolfieditore.it

Venerdì, 01 Marzo 2013 16:45

Collana MALACHITE

MALACHITE100

Ricerca storica

Direttore: Francesco Teruggi

 La collana Malachite è dedicata alle pubblicazioni di carattere storico. Con questo termine intendiamo non testi di pura erudizione, limitati a riportare dati e fatti, ma opere di ricerca di carattere interdisciplinare, capaci di aprire orizzonti di comprensione sul passato. In tale àmbito importanza rivestono gli studi di carattere “locale”, a condizione, però, che lo studioso sappia collocarli in una dimensione più ampia, in cui l’apporto di diverse scienze li collochi su un piano di interesse generale.
Alla storia, quindi, non alla cronaca noi miriamo, una storia fondata su una sistematizzazione in quadri teorici coerenti, che sappiano trarre dal substrato economico, culturale  e sociale  la linfa dell’interpretazione che ogni autore intende ricostruire.

http://www.ladolfieditore.it

Domenica, 21 Luglio 2013 17:37

Dispositivo ricompattante da dito

DispositivoDaDitoDefRIDQuesto è il prototipo, che ho messo a punto con Carlo Lovati, di un Ricompattatore di Campo Energetico, un "dispositivo da dito" in metallo anallergico che riconsolida il campo energetico della persona.

È un insieme coerente e armonico di metodo, forma e materiale, che stimola l’accordatura del campo energetico favorendo lo scambio tra l’aura e l’ambiente. Una volta indossato, infatti, contribuisce alla naturale respirazione energetica del proprio campo, regolarizzando la capacità naturale dell’aura di assorbire energia dall'ambiente esterno e di rilasciare gli eccessi della medesima.

Grazie alla sua armonia coerente di metodo, forma e materiale, può aiutare il benessere, attraverso il suo uso costante.

Il prototipo, è diventato il dispositivo "RCE - Ricompattatore di Campo Energetico" distribuito in esclusiva dall'Associazione Culturale TRIASUNT

 

Sabato, 15 Febbraio 2014 14:56

Legami vibrazionali tra gli esseri

 

Da quando ho pubblicato il post Introduzione alla Radioestesia, con l’intento di proporre un approccio rinnovato, naturale, al sentire Radioestesico, questo intervento è stato - ed è ancora - il più letto in assoluto. La speranza era di aprire un dialogo, di innescare una discussione, un confronto aperto su tale approccio al sentire radioestesico quale mezzo capace “di creare le condizioni per una conoscenza vissuta nel modo più totale possibile”.

Ecco dunque, ad ulteriore stimolo, il breve resoconto di un esperimento, di una prova fatta da un caro amico e collega radioestesista con cui condivido questo modo di “lavorare” e dei risultati che esso può produrre.

Mercoledì, 29 Gennaio 2014 14:55

MURA POLIGONALI: quando l'uomo coglieva le stelle

 

Capita, ripescando un vecchio libro, di leggervi cose che, in precedenza, erano sfuggite perché non riconosciute oppure non comprese. Ci si torna su a volte dopo anni e a quel punto, con un poco di esperienza cristallizzata in più, si scorgono, nelle stesse parole lette molto tempo prima, nuovi e inattesi discorsi.

Il più intrigante, accurato, poetico e controverso lavoro mai fatto sulla cultura ancestrale del popolo Dogon è, ad oggi, senza dubbio quello che l'antropologo francese Marcel Griaule raccolse nel libro “Dio d'Acqua”. Protagonista è un vecchio cacciatore cieco di nome Ogotemmêli il quale, per ricambiarlo di un non del tutto chiaro favore, comincia a raccontare all'antropologo l'essenza delle tradizioni Dogon. Durante i ripetuti colloqui il saggio letteralmente “scompone il sistema del mondo”, spiegando tecnicamente e con raffinatezza impareggiabile le forze e i ritmi del divenire fin dall'inizio dei tempi.

 

Concludiamo l'excursus nella leggenda dei Sette di Betania con la vicenda del ritrovamento delle reliquie a loro attribuite.

Sui luoghi dove la tradizione ricordava fossero sepolti Lazzaro, le due Marie con Sara, Marta, Magdalena, Massimino e Sidonio, sorsero con i secoli piccole chiese-mausoleo. Ma le scorrerie saracene nel Mediterraneo al grido «La ilaha illa lllah» (Dio è Dio), soprattutto da che gli islamici si erano acquartierati proprio in Provenza, a Frassineto, per razziare le coste francesi e liguri nel IX secolo, avevano costretto i popoli gallici della costa a nascondere i loro santi per proteggerli. Le scarse cronache ipotizzano che fossero state traslate in gran segreto in monasteri inaccessibili o che si trovassero nei forzieri di qualche signorotto locale. Ma erano solo voci e non fecero che alimentare leggende senza fondamento. Dei possibili resti santi, insomma, si finì per perdere, almeno apparentemente, ogni traccia.

Con questo post continuiamo a seguire le peripezie della compagnia giudaica dopo lo sbarco in Provenza.

Giunte al termine della loro esistenza, Maria Jacobè per prima, secondo la tradizione e Maria Salomè poco tempo dopo, vengono sepolte in una tomba appositamente preparata per loro nella piccola chiesa di Ratis. La fama delle loro gesta e dei miracoli che continuano a produrre anche dopo la morte cresce rapidamente. A loro si aggiunge presto Sara, sepolta "in odor di santità" accanto alle due Marie. Già nel IV secolo, il povero oratorio viene sostituito con una chiesa più grande e maestosa, dedicata alla Vergine, cui viene affiancato un monastero delle Religiose di Arles.

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